Un locale che ha nel suo Dna la vocazione all’accoglienza; sin da quando – e parliamo della prima metà del secolo scorso – offriva ristoro e riparo in tempo di guerra.

Per raggiungere la piccola frazione di Coloreto, appena fuori la città di Parma, si percorre una strada parallela alla via Emilia in direzione Reggio. Fino a qualche decennio fa era una classica carraia in ghiaia tipica delle campagne emiliane, quelle che a ogni passaggio solleva nuvole di polvere. Tra le abitazioni dei contadini e i campi, trovavamo una chiesa con oratorio che fungeva da cinema e teatro, una scuola elementare, il campo da calcio, il caseificio, il forno e l’immancabile trattoria, fin dagli anni venti del novecento. Non si trattava di una semplice trattoria, bensì un vero assembramento di licenze: oltre all’aspetto ristorativo si trovava un negozio di alimentari, liquori, ferramenta e cartoleria, la tabaccheria, il gioco delle bocce, le sarte per cucire e rammendare, il barbiere, la rivendita di gasolio per mezzi agricoli e la stanza per il macello del maiale e la preparazione dei salumi. Parliamo del secolo scorso, quando la frazione viveva in completa autonomia dalla città. Oggi invece siamo sempre più legati a Parma, capitale della gastronomia, città unesco con le sue eccellenze conosciute in tutto il mondo legate alla tavola, alla musica, ai paesaggi ed alla qualità della vita.

La trattoria ai due platani, nata con il nome belvedere negli anni ’20, prende l’attuale nel 1935 quando l’allora proprietario Carlo Schianchi mise a dimora davanti al locale queste due meravigliose piante per celebrare la nascita del figlio. All’epoca infatti veniva donata alle famiglie una pianta per ogni figlio nato, ma a Schianchi ne furono date insolitamente due. Durante la seconda guerra mondiale dall’America, attraverso le casse degli armamenti dell’esercito statunitense, arrivò una malattia del platano che distrusse nel ’56 le piante secolari della reggia di Caserta, nel ’72 fu segnalata a Forte dei Marmi e nel ’78 colpì anche uno dei due alberi di Coloreto. Di fatti, oggi ne rimane solo uno che è stato sostituito da un tiglio.

Nel 1963, subentra alla gestione il Signor Fantuzzi con la moglie. Poco dopo nel 1970 troviamo alla guida Ida Grossi con il figlio Giancarlo Togni che iniziano una grande ristrutturazione che darà alla trattoria un aspetto più simile a quello attuale. Spariscono i campi da bocce e il barbiere, lasciando lo spazio per il bar dove si giocava a carte. Sono gli anni in cui gli studenti in bicicletta si rifugiavano qui per le loro merende ed evitare i doveri dello studio, quando sotto al bersò nascevano nuovi amori e sempre più persone fuggivano dalla città per festeggiare le ricorrenze degustando i piatti della tradizione. Nel 1995 entrano Stefano e Luciana Funetta che trasformeranno il locale in sola trattoria e tabaccheria, chiudendo negozio e bar.

Dal novembre del 2005 la trattoria trova i propri attuali gestori, Giancarlo Tavani, Gianpietro Stancari e Mattia Serventi. Il nostro percorso lavorativo ha incluso lunghi periodi in importanti locali in Italia e all’estero, esperienze che ci hanno dato la possibilità di formarci e acquisire le conoscenze e competenze che ci aiutano ogni giorno. Sentendo la responsabilità derivante dalla lunga storia e dal nome del locale, il nostro compito è sempre stato quello di tutelare quello che a Parma è da sempre considerato uno dei luoghi della tradizione.

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Orari di Apertura

Orario Invernale
12:00 - 15:00 | 20:00 - 23:00
CHIUSO Martedì (sera) e Mercoledì (tutto il giorno)

Contatti

Strada Budellungo, 104/a, 43123 Coloreto PR

Per prenotazioni e info
+39-0521-64-56-26

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